“Vogliamo cambiare il mondo” – intervista ai fondatori di Loxone

Arianna Panzanini
Marzo 4, 2020 in Backstage
Tutto è iniziato tra le proprie mura, con il desiderio di rendere la vita più confortevole e di migliorare il mondo almeno un po’. Oggi Thomas Moser e Martin Öller, con Loxone restituiscono a migliaia di persone l’unica cosa insostituibile: il tempo per vivere.

Da dieci anni scrivete insieme pagine di storia in termini di smart home. Come è iniziata?
Tom: Ufficialmente tutto è iniziato dieci anni fa, quando insieme volevamo lanciare la nostra carriera professionale. In via ufficiosa, in cantina abbiamo iniziato molto prima a sviluppare la soluzione smart home che oggi rende felici molte migliaia di persone in tutto il mondo.

Martin:
Esatto. In quel periodo stavo mettendo su casa. Come tecnico incallito volevo assolutamente installare un sistema bus. Quello era lo stato dell’arte di allora. Mi sono reso conto ben presto comunque che in realtà non contribuiva a migliorare la qualità della vita. Nonostante la tecnologia fosse di ultima generazione, la casa è rimasta “stupida”. Consapevoli di questa lacuna, abbiamo creato il mondo Loxone.

Qual è il vostro obiettivo?
Tom: Volevamo cambiare il mondo (ride). Sembra stupido, ma non è mai stata una questione di soldi. Il successo economico è semplicemente la conferma che stiamo facendo la cosa giusta. Spesso ci paragonano erroneamente a convenzionali startup. Fin dall’inizio volevamo andare oltre al concetto di fare rapidamente affari con un’idea. Il nostro obiettivo è migliorare la qualità della vita passo dopo passo e in modo sostenibile.

Sembrate così rilassati quando parlate d’affari. È sempre stato così?
Martin: Ciò che ci unisce sono valori fondamentali, soprattutto nei rapporti con clienti e collaboratori. L’inizio era comunque difficile. Ricordo ancora fin troppo bene l’edificio destinato a essere demolito che ospitava la nostra prima sede aziendale. Facciata fatiscente, finestre che non chiudevano bene e pavimenti scricchiolanti. Sono abbastanza sicuro che molti dei candidati di allora avrebbero preferito voltarsi e andarsene (ride).

Tom:
Già la fase iniziale ci ha messo a dura prova. In realtà, l’inizio era una tempesta continua con rischio di inondazioni. Per partite bene, la banca aveva rifiutato la richiesta di finanziamento. Ma abbiamo superato anche questo ostacolo. Per me è una pietra miliare fino ad oggi di essere riusciti a farcela senza investimenti di terzi e intromissioni. È un’ottima sensazione essere liberi di decidere. Proprio questa libertà è, a mio parere, un aspetto importante per il nostro successo.

Ci sono momenti che ricordate con piacere?
Tom: Ricordo il Natale 2009, quando per la prima volta nella mia nuova casa, ancora in stato grezzo, si è accesa la luce grazie al centro nevralgico del sistema Loxone, il nostro Miniserver.

Martin: E a quando nel giugno del 2010 abbiamo venduto il primo prodotto sul mercato.

Tom:
L’inizio è stato davvero emozionante.

Martin:
E il tutto sempre accompagnato da sorrisi di sufficienza da parte di membri di famiglia, amici, istituti di finanziamento…

Tom:
Molte volte ci hanno guardato se stessimo mettendo a repentaglio tutti i nostri averi. Dopo tutto però non ci siamo lanciati in un’attività parallela agli studi il cui insuccesso non sarebbe stato di peso. Eravamo già in un’altra fase della vita. Quando abbiamo avviato Loxone per noi significava essere o non essere.

Martin Öller

Thomas Moser

Per arrivare dove siete arrivati, evidentemente è necessario avere il coraggio di prendere le giuste decisioni proprio in tempi difficili…
Martin: Se avessimo preso decisioni mediocri, oggi avremmo prodotti mediocri. Il più grande nemico è e rimane la mediocrità. C’è un adagio che mi ha sempre colpito, cioè che bisogna essere grato per i risultati conseguiti, ma che la soddisfazione costituisce un pericolo. Un progetto è davvero promettente solo se si è disposti a prendere decisioni non convenzionali.

Anche i vostri collaboratori sono così entusiasti?
Tom: In ogni caso, l’entusiasmo è parte della nostra filosofia. A questo prestiamo effettivamente attenzione nei colloqui di assunzione. Altrimenti sarebbe come mettere un vegetariano dietro il bancone di una macelleria.

Martin, ne è passato di tempo dall’installazione del sistema bus a casa tua. Com’è la vostra attuale visione dei sistemi smart home?
Martin: L’argomento è ancora troppo incentrato sulla tecnologia. A nostro avviso, il nocciolo è di non concentrarsi sulle quisquilie ma sul concetto della comodità. Abbiamo veramente bisogno di un frigorifero dotato di macchina fotografica? È proprio su quest’aspetto che i nostri prodotti si differenziano.

Tom: 
Più che altro favoriscono quella piacevole sensazione che proviamo quando la tecnologia si sostituisce a te ogni giorno in numerose incombenze. Offriamo soluzioni che semplicemente migliorano la vita in casa, in ufficio, negli hotel e in qualsiasi altro luogo: niente di più ma anche niente di meno.

In che modo il mondo Loxone ha migliorato la vita a casa vostra? Quali sono i maggiori benefici?
Martin: Uno dei principali vantaggi è che a molti processi non ci devi proprio più pensare perché sono automatici.

Tom:
 E la cosa positiva è che tutto è molto discreto. Niente aggeggi inutili, niente miriade di tasti… solo ciò che serve veramente.

Qual è la tua aspirazione per il futuro?
Martin: Vogliamo che la nostra idea di casa, che sa da sola cosa deve fare, conquisti il mondo e che in definitiva renda felice milioni di persone perché semplifica loro la routine quotidiana.

Tom:
Spesso ci chiedono, dove il viaggio di Loxone potrebbe condurre. Posso solo dire che abbiamo iniziato un lungo viaggio e ogni volta che il mondo crede che non si possa andare oltre, iniziamo a fare sul serio!

 

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